{"id":13636,"date":"2017-06-14T12:56:40","date_gmt":"2017-06-14T10:56:40","guid":{"rendered":"https:\/\/www.ioveneto.it\/?post_type=pathology&p=13636"},"modified":"2023-10-18T10:10:17","modified_gmt":"2023-10-18T08:10:17","slug":"tumore-del-canale-anale","status":"publish","type":"pathology","link":"https:\/\/www.ioveneto.it\/pathology\/tumore-del-canale-anale\/","title":{"rendered":"Tumore del canale anale"},"content":{"rendered":"\n
Il tumore del canale anale origina nei tessuti cutanei e mucosi perianali, la forma pi\u00f9 comune \u00e8 rappresentata dal carcinoma squamoso mentre altri istotipi sono pi\u00f9 rari (adenocarcinomi, melanomi). Rappresenta circa il 3-4 per cento di tutti i tumori del tratto gastro-enterico basso. La sopravvivenza complessiva a 5 anni \u00e8 elevata e pari al 70-80 per cento.<\/p>\n\n\n\n
I principali fattori di rischio<\/strong> per lo sviluppo del tumore del canale anale sono:<\/p>\n\n\n\n Generalmente i sintomi sono correlati alla sede del tumore \u2013 prurito, perdite siero-mucose, dolore, sanguinamento \u2013 e spesso vengono attribuiti dai pazienti a patologie ano-rettali pi\u00f9 comuni quali ragadi ed emorroidi. La difficolt\u00e0 ad evacuare e l\u2019incontinenza fecale generalmente si associa alle forme localmente pi\u00f9 avanzate. Possono inoltre insorgere, a seconda dello stadio della malattia, sintomi generali come stanchezza, inappetenza, febbricola, perdita di peso.<\/p>\n\n\n\n Gli esami per la diagnosi consentono di caratterizzare la malattia dal punto di vista cellulare e di stabilirne l\u2019origine mentre la stadiazione permette di definire l\u2019estensione di malattia sia a livello locale che a distanza. Vengono individuati 4 stadi sulla base dei criteri “TNM” che tengono conto della grandezza del tumore (T), dell’eventuale coinvolgimento dei linfonodi loco-regionali (N) e della presenza di metastasi a distanza (M). Essi comprendono:<\/p>\n\n\n\n La gestione delle neoplasie squamose del canale anale richiede la competenza di diverse figure specialistiche (patologo, oncologo medico, chirurgo, medico nucleare, radiologo, radioterapista, psicologo) ed \u00e8 cruciale che \u2013 come avviene allo IOV \u2013 tali figure cooperino nell\u2019ambito di un gruppo multidisciplinare dedicato che stabilisca una strategia terapeutica globale adatta al singolo paziente.<\/p>\n\n\n\n La terapia varia a seconda delle condizioni generali del paziente, delle comorbilit\u00e0 (in particolare la presenza di infezione da HIV, insuffi\u00eccienza renale, cardiopatie), degli esami ematochimici, della sede e dell\u2019estensione del tumore. L\u2019obiettivo \u00e8 la preservazione degli sfinteri laddove possibile.<\/p>\n\n\n\n L\u2019indicazione \u00e8 in funzione dell\u2019estensione della malattia. Nelle forme pi\u00f9 iniziali, dove la neoplasia \u00e8 < 2 cm, si limita agli strati pi\u00f9 superficiali e non sono riconoscibili linfonodi malati, l\u2019escissione locale<\/strong> della lesione pu\u00f2 essere sicura e curativa e rappresentare pertanto la strategia di scelta.<\/p>\n\n\n\n La chirurgia con l\u2019amputazione addomino-perineale (che comporta il sacrificio dello sfintere e la stomia permanente) viene riservata solo nel caso si osservi un residuo di malattia dopo trattamento radio-chemioterapico (RTCT) oppure in caso di recidive che si sviluppano dopo una risposta completa alla RTCT.<\/p>\n\n\n\n Talvolta pu\u00f2 essere utile il confezionamento di una stomia di protezione a scopo palliativo.<\/p>\n\n\n\n La RTCT esclusiva rappresenta il trattamento di scelta nei tumori localizzati che non possono essere candidati ad una escissione locale (stadio II e III). La chemioterapia con mitomicina e fluoropirimidine (5-fluorouracile o capecitabina orale) associata alla radioterapia esterna rappresenta ad oggi lo standard di trattamento. Questo trattamento multimodale consente una remissione completa della malattia in una percentuale elevata di pazienti. Pu\u00f2 anche essere considerato nei casi di escissione locale non completa laddove non sia possibile un allargamento chirurgico. Con le nuove tecniche a disposizione, quali la radioterapia a modulazione d\u2019intensit\u00e0 (IMRT), vi \u00e8 la possibilit\u00e0 di erogare dosi pi\u00f9 elevate di radiazioni con minori effetti collaterali. La brachiterapia pu\u00f2 avere un ruolo in casi selezionati.<\/p>\n\n\n\n Nei pazienti che presentino metastasi a distanza, o in caso di recidiva locale non asportabile chirurgicamente, la chemioterapia rappresenta il trattamento di scelta. Le opzioni terapeutiche in questa patologia sono purtroppo, ad oggi, ancora limitate. I farmaci che pi\u00f9 spesso vengono utilizzati sono rappresentati dai derivati del platino (cisplatino), fluoropirimidine (5-fluorouracile, capecitabina orale); taxani o l\u2019irinotecano possono essere considerati.<\/p>\n\n\n\n Nella malattia avanzata, l\u2019attivazione precoce delle cure simultanee permette una gestione multidimensionale e multidisciplinare (tra oncologo, nutrizionista, palliativista e psicologo), per la gestione dei sintomi e l\u2019individuazione dei bisogni del paziente e della famiglia in un\u2019ottica di continuum terapeutico nei vari setting assistenziali (ambulatorio, day-hospital o reparti di degenza, hospices e cure palliative domiciliari) e nelle varie fasi evolutive della malattia.<\/p>\n\n\n\n Un adeguato follow up consente di identificare precocemente una eventuale recidiva loco-regionale, ma anche di gestire gli effetti collaterali tardivi del trattamento radiante sulle vie urinarie, sull’intestino e sulle funzioni sessuali. Una delle attivit\u00e0 dell\u2019Istituto Oncologico Veneto consiste nel disegno e nello sviluppo di protocolli di ricerca clinica. Si tratta dell\u2019utilizzo controllato di nuovi farmaci o strategie terapeutiche non ancora approvate ufficialmente. Tali protocolli possono prevedere l\u2019utilizzo di nuove molecole di diversa origine, come chemioterapici o farmaci biologici, la cui azione \u00e8 mirata al meccanismo di proliferazione cellulare tipico di un preciso tipo di neoplasia (farmaci \u201cintelligenti\u201d). Per avere maggiori informazioni e capire quali protocolli possono essere adatti al proprio caso, \u00e8 opportuno che il paziente si rivolga al proprio medico di fiducia.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il tumore del canale anale origina nei tessuti cutanei e mucosi perianali, la forma pi\u00f9 comune \u00e8 rappresentata dal carcinoma squamoso mentre altri istotipi sono pi\u00f9 rari (adenocarcinomi, melanomi). 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Sintomi<\/h2>\n\n\n\n
Diagnosi<\/h2>\n\n\n\n
\n
Cura<\/h2>\n\n\n\n
Chirurgia<\/h3>\n\n\n\n
Chemioradioterapia<\/h3>\n\n\n\n
Chemioterapia<\/h3>\n\n\n\n
Cure simultanee<\/h2>\n\n\n\n
Follow up<\/h2>\n\n\n\n
I controlli includono esame clinico, esami ematochimici ed esami strumentali con periodicit\u00e0 stabilita dal curante sulla base dello stadio della malattia, dei trattamenti eseguiti e dell’eventuale sintomatologia del paziente.<\/p>\n\n\n\nProtocolli di ricerca clinica<\/h2>\n\n\n\n