{"id":4567,"date":"2016-09-28T14:11:16","date_gmt":"2016-09-28T12:11:16","guid":{"rendered":"https:\/\/www.ioveneto.it\/?post_type=pathology&p=4567"},"modified":"2023-10-20T08:38:59","modified_gmt":"2023-10-20T06:38:59","slug":"linfoma","status":"publish","type":"pathology","link":"https:\/\/www.ioveneto.it\/pathology\/linfoma\/","title":{"rendered":"Linfomi"},"content":{"rendered":"\n

I linfomi sono tumori che originano dalle cellule (linfociti) presenti nelle ghiandole linfatiche di tutto l\u2019organismo. Attraverso il sangue e i vasi linfatici la malattia pu\u00f2 diffondersi ad altri linfonodi, alla milza, al midollo osseo oppure a organi extra-linfatici come polmoni, stomaco, sistema nervoso centrale, fegato e altri ancora. I linfociti, infatti, circolano per il corpo intero e sono una delle strutture portanti del sistema immunitario umano. Anche i linfociti tumorali mantengono la capacit\u00e0 di circolare nel corpo ed \u00e8 per questo che, spesso, i linfomi si presentano fin dall\u2019inizio come malattie diffuse<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n

Le cause dei linfomi non sono conosciute: agenti nocivi come virus, radiazioni o sostanze chimiche possono alterare le cellule rendendole immortali e facendo s\u00ec che si accumulino all\u2019interno dei tessuti dando origine al tumore.<\/p>\n\n\n\n

Si distinguono due grandi categorie di Linfomi: Hodgkin (LH)<\/strong> e non Hodgkin (LNH)<\/strong>.
Il Linfoma di Hodgkin si osserva in circa due o tre persone ogni 100 mila. Prende il nome dal patologo inglese Sir Thomas Hodgkin che nel 1832 descrisse questa malattia. Essa si caratterizza per la presenza di grandi cellule tumorali (dette \u201cdi Reed-Sternberg\u201d dal nome dei due patologi che per primi le identificarono) e colpisce in genere persone giovani<\/strong>, di et\u00e0 compresa fra i 20 e i 40 anni.
I Linfomi non Hodgkin hanno invece un\u2019incidenza di circa 15 casi ogni 100 mila persone. Sono distinti in numerosi sottotipi<\/strong> che si differenziano per la cellula di origine (linfocita \u201cB\u201d o \u201cT\u201d), per il grado di aggressivit\u00e0 e per le caratteristiche biologiche. Dal momento che ognuna di queste entit\u00e0 ha una storia naturale, una prognosi e un trattamento molto diversi tra loro, la corretta diagnosi del tipo di linfoma risulta fondamentale per la corretta presa in carico dei pazienti affetti da questa malattia.<\/p>\n\n\n\n

Prevenzione<\/h2>\n\n\n\n
<\/div>\n\n\n\n

Non esistono misure di screening per la diagnosi precoce di linfoma. La comparsa di ingrossamenti delle ghiandole linfatiche deve innanzitutto far escludere cause non tumorali come ad esempio la mononucleosi, la malattia da graffio di gatto oppure altre infezioni dentali, urinarie, ginecologiche ecc.<\/p>\n\n\n\n

Sintomi<\/h2>\n\n\n\n
<\/div>\n\n\n\n

Il sintomo principale che porta un paziente a consultare il medico \u00e8 l\u2019osservazione di una ghiandola ingrossata<\/strong>, in genere rotondeggiante e non dolente alla palpazione. Possono essere presenti sintomi generali come febbre o febbricola, facilit\u00e0 ad affaticarsi, abbondante sudorazione notturna, importante calo di peso o prurito diffuso. Si tratta, tuttavia, di sintomi generici e la diagnosi corretta pu\u00f2 essere ottenuta solo con l\u2019asportazione di uno dei linfonodi sospetti.
I linfomi sono comunque patologie non frequenti. A seguito del riscontro dell\u2019ingrossamento di una ghiandola linfatica, pertanto, andranno escluse prima di tutto altre condizioni benigne infettive o infiammatorie.<\/p>\n\n\n\n

Diagnosi<\/h2>\n\n\n\n
<\/div>\n\n\n\n

Nel sospetto di un linfoma, si procede innanzitutto ad un\u2019attenta raccolta della storia clinica dell\u2019individuo e dei suoi sintomi. Si passa quindi a un\u2019accurata valutazione di tutte le stazioni linfonodali principali (collo, ascelle, inguine) e di un eventuale ingrossamento di fegato o milza. Una volta ultimati questi accertamenti, il soggetto sar\u00e0 sottoposto a una biopsia linfonodale<\/strong>. Si tratta dell\u2019asportazione, totale o parziale, di una ghiandola linfatica, con lo scopo di analizzarla al microscopio e valutare la presenza di eventuali cellule linfomatose.
Se dopo questa indagine viene stabilita una diagnosi di linfoma, il paziente sar\u00e0 sottoposto agli esami di stadiazione per valutare la diffusione della malattia. Essi comprendono:<\/p>\n\n\n\n