{"id":4592,"date":"2016-09-28T15:47:29","date_gmt":"2016-09-28T13:47:29","guid":{"rendered":"https:\/\/www.ioveneto.it\/?post_type=pathology&p=4592"},"modified":"2023-10-20T08:40:48","modified_gmt":"2023-10-20T06:40:48","slug":"carcinoma-dellesofago","status":"publish","type":"pathology","link":"https:\/\/www.ioveneto.it\/pathology\/carcinoma-dellesofago\/","title":{"rendered":"Carcinoma dell’esofago"},"content":{"rendered":"\n
Il tumore esofageo e della giunzione esofagogastrica \u00e8 l\u2019ottava neoplasia in termini di incidenza a livello mondiale con 456.000 nuovi casi nel mondo all\u2019anno (Globocan 2012) e il sesto tumore come causa di morte. L\u2019incidenza nel sesso maschile \u00e8 doppia rispetto al femminile e riguardo all\u2019et\u00e0, aumenta dopo i 45 -50 anni e presenta una media a 66 anni. In Italia si stimano circa 2000 nuovi casi all\u2019anno (AIOM 2018). In Italia le regioni con maggiore incidenza sono il Trentino, il Friuli Venezia Giulia e la Lombardia.<\/p>\n\n\n\n
Principalmente, a seconda della cellula da cui prende origine, si distinguono il carcinoma squamoso dell\u2019esofago (squamocellulare o spinocellulare, pi\u00f9 frequente a livello toracico) e l\u2019adenocarcinoma (che insorge pi\u00f9 frequentemente nell\u2019esofago inferiore-cardias).<\/p>\n\n\n\n
In Europa i fattori di rischio principali individuati sono:<\/p>\n\n\n\n
Lesioni in stadio precoce possono decorrere del tutto asintomatiche e venire diagnosticate in corso di endoscopia eseguita per altri motivi. Negli stadi pi\u00f9 avanzati di malattia il sintomo principale \u00e8 la disfagia (difficolt\u00e0 al transito del bolo alimentare) che pu\u00f2 associarsi a perdita di peso, rigurgito, senso di peso in regione epigastrica. In alcuni casi si pu\u00f2 associare il dolore toracico irradiato posteriormente in regione retroscapolare, la disfonia (abbassamento di voce) se \u00e8 presente compressione o infiltrazione dei nervi ricorrenti, la tosse se \u00e8 presente un coinvolgimento della via respiratoria.<\/p>\n\n\n\n
L\u2019esame diagnostico pi\u00f9 importante \u00e8 l\u2019esofagogastroduodenoscopia che permette di evidenziare la presenza di una massa o un\u2019ulcerazione a livello dell\u2019esofago o della giunzione esofagogastrica. L\u2019esame istologico consente la diagnosi definitiva. Come gi\u00e0 menzionato, i tipi istologici pi\u00f9 frequenti sono due: il carcinoma squamoso e l\u2019adenocarcinoma. I tumori squamosi possono associarsi dal 10 % al 30% dei casi a tumori sincroni otorinolaringoiatrici.<\/p>\n\n\n\n
Una volta ottenuta una diagnosi di certezza, la diagnostica successiva \u00e8 costituita da indagini che permettono di stadiare la neoplasia, cio\u00e8 capirne esattamente l\u2019estensione locale e a distanza. La diagnostica di secondo livello prevede dunque la TAC torace-addome con mezzo di contrasto, L\u2019Ecoendoscopia esofagea, la Visita ORL e broncoscopia nei casi di tumori squamosi. La PET viene eseguita in casi particolari o nell\u2019ambito di protocolli di studio.<\/p>\n\n\n\n
L\u2019insieme delle metodiche strumentali sopracitate permette di ottenere la stadiazione della neoplasia che si pu\u00f2 presentare come tumore precoce, neoplasia locoregionale, neoplasia localmente avanzata, neoplasia diffusa.<\/p>\n\n\n\n
Le neoplasie precoci, localizzate allo strato pi\u00f9 superficiale dell\u2019esofago (la mucosa) possono essere trattate con l\u2019asportazione endoscopica se le caratteristiche della lesione sono tali da permettere una resezione completa e radicale.<\/p>\n\n\n\n
Nei casi di infiltrazione della sottomucosa, in assenza di segni di coinvolgimento linfonodale l\u2019intervento chirurgico \u00e8 la prima scelta.<\/p>\n\n\n\n
Quando le indagini dimostrano un quadro di malattia localmente avanzato, per dimensioni ed estensione in profondit\u00e0 della neoplasia e presenza di coinvolgimento linfonodale il trattamento di scelta \u00e8 la chemioterapia o chemioradioterapia preoperatoria.<\/p>\n\n\n\n
In caso invece di malattia estesa ad altri organi il trattamento di prima linea \u00e8 chemioterapico, secondo protocolli standard o all\u2019interno di protocolli di ricerca sperimentale in casi particolari.<\/p>\n\n\n\n
La decisione terapeutica viene presa nell\u2019ambito del gruppo multidisciplinare dedicato a tale patologia. Presso il nostro centro ogni singolo caso viene discusso collegialmente all\u2019interno del gruppo multidisciplinare in cui sono coinvolti tutti gli specialisti che si dedicano alla patologia (oncologo, radioterapista, chirurgo, radiologo, medico nucleare, endoscopista, patologo). La decisione presa dal gruppo viene successivamente condivisa con il paziente ed i familiari nell\u2019ambito del colloquio clinico.<\/p>\n\n\n\n
Nel caso in cui la decisione terapeutica preveda un trattamento chemioterapico oppure chemio-radioterapico concomitante, il paziente entra nell\u2019iter oncologico-radioterapico. Al termine della cura vengono ripetute le indagini di ristadiazione e presa la decisione terapeutica successiva in base alla risposta ottenuta.<\/p>\n\n\n\n
Una volta che la decisione terapeutica indirizzi invece alla chirurgia il paziente viene avviato al percorso chirurgico.<\/p>\n\n\n\n
L’Istituto Oncologico Veneto \u00e8 Centro regionale di riferimento per la chirurgia delle malattie dell\u2019esofago (neoplasia dell\u2019esofago e della giunzione esofago-gastrica).
Il percorso chirurgico \u00e8 caratterizzato da diversi aspetti. Oltre alla ben nota preparazione anestesiologica, che prevede la valutazione della funzionalit\u00e0 respiratoria, cardiaca e metabolica, il paziente viene preso in carico anche dal nutrizionista e dallo psicologo, che valutano la condizione psicofisica generale basale e mettono in atto eventuali interventi mirati a migliorare tale condizione in previsione dell\u2019atto chirurgico. Le neoplasie esofago-gastriche si associano nel 60%-80% dei casi ad uno stato di malnutrizione legato a diversi fattori, tra cui il difficoltoso transito del cibo, il cambiamento delle abitudini alimentari, l\u2019aumentata richiesta metabolica. Il nutrizionista ha un ruolo chiave nella valutazione delle necessit\u00e0 del paziente e nella correzione delle carenze con interventi mirati atti a correggere specifici deficit nutrizionali ed a migliorare lo stato metabolico in previsione della chirurgia. Lo psico-oncologo riveste un ruolo di supporto per il paziente ed i familiari aiutandoli nel percorso di accettazione della malattia oncologica, gestione dell\u2019ansia legata alla diagnosi, alle incertezze sul futuro, al timore del percorso terapeutico proposto.<\/p>\n\n\n\n
L\u2019intervento chirurgico per le neoplasie dell\u2019esofago e del cardias prevede l\u2019asportazione dell\u2019organo (resezione esofagogastrica) e la sua sostituzione con lo stomaco tubulizzato o pi\u00f9 raramente, nei casi in cui lo stomaco non sia utilizzabile, del colon. Tale intervento \u00e8 chiamato Esofagectomia con Esofagogastroplastica oppure Esofagocolonplastica. Tale procedura prevede due accessi chirurgici, addominale e toracico, nel caso di neoplasie localizzate a livello dell\u2019esofago inferiore o della giunzione esofagogastrica, oppure tre accessi, addominale, toracico e cervicale, nei casi di neoplasie dell\u2019esofago toracico superiore o medio.<\/p>\n\n\n\n
Tecnicamente, il tempo addominale consiste nella dissezione del cardias e dell\u2019esofago inferiore, nell\u2019asportazione dei linfonodi locoregionali e nella preparazione dello stomaco che, dalla sua forma originale, viene \u201ctagliato e cucito\u201d per dargli una forma tubulare, simile a quella dell\u2019esofago. La parte di stomaco resecata \u00e8 pi\u00f9 o meno grande a seconda dell\u2019estensione della neoplasia dalla giunzione esofagogastrica allo stomaco. Il secondo tempo chirurgico prevede l\u2019asportazione dell\u2019esofago toracico e delle linfoadenopatie mediastiniche locoregionali e la sutura tra l\u2019esofago toracico superiore e lo stomaco tubulizzato, confezionando la cosiddetta \u201cEsofagogastroplastica toracica\u201d.<\/p>\n\n\n\n
Quando \u00e8 necessario spingere la dissezione esofagea verso l\u2019alto per neoplasie localizzate a livello dell\u2019esofago toracico superiore l\u2019intervento prevede anche un accesso chirurgico cervicale per isolare l\u2019esofago nella sua porzione cervicale e confezionare l\u2019anastomosi con lo stomaco a questo livello. Tale intervento \u00e8 definito \u201cEsofagectomia totale con ricostruzione mediante Esofagogastroplastica cervicale\u201d.<\/p>\n\n\n\n
Allo IOV sono utilizzate tecniche di chirurgia mininvasiva, prediligendo l\u2019accesso laparoscopico a quello laparotomico classico dell\u2019esofagectomia. Ormai molteplici studi multicentrici hanno dimostrato una riduzione delle complicanze respiratorie postoperatorie ed una riduzione della degenza postoperatoria nei pazienti trattati con questo accesso.<\/p>\n\n\n\n
Il percorso postoperatorio prevede una riabilitazione intensiva fin dalla prima giornata: ove possibile l\u2019estubazione avviene in sala operatoria ed il paziente gi\u00e0 in serata \u00e8 vigile ed autonomo dal punto di vista respiratorio. Nei giorni successivi la mobilizzazione \u00e8 molto precoce, prevedendo l\u2019uscita dal letto gi\u00e0 dalla seconda giornata e i primi passi dalla terza giornata postoperatoria. Una particolare attenzione viene posta anche alla riabilitazione respiratoria, che viene intrapresa fin dal primo giorno allo scopo di prevenire le complicanze postoperatorie di tipo broncopolmonare.<\/p>\n\n\n\n
Alla ripresa dell\u2019alimentazione per via orale dopo l\u2019intervento il paziente viene ripreso in carico dal nutrizionista che imposta un preciso schema di rialimentazione anche per il domicilio. Per le prime settimane \u00e8 molto importante mantenere una dieta morbida e a pasti piccoli e frazionati, per non sollecitare eccessivamente le suture e non sovradistendere lo stomaco toracizzato.<\/p>\n\n\n\n
Dopo la dimissione particolare attenzione viene posta al primo controllo postoperatorio, dopo due settimane, per poter seguire al meglio il recupero sia dal punto di vista nutrizionale, che riabilitativo muscolare e respiratorio. I pi\u00f9 frequenti disturbi legati all\u2019intervento sono il senso di ripienezza postprandiale (mangio e mi sento subito sazio), le eruttazioni, saltuariamente il reflusso mattutino se ci si dimentica di mantenere sollevata la testiera del letto o se si \u00e8 consumato un pasto eccessivo la sera precedente.<\/p>\n\n\n\n
La discussione multidisciplinare viene quindi riaggiornata con l\u2019esito istologico definitivo e viene presa dal gruppo la decisione terapeutica definitiva di ulteriore trattamento oncologico, radioterapico, o solo follow-up.<\/p>\n\n\n\n
Fin dalla diagnosi e lungo tutto il percorso di cura il paziente riceve dei questionari da compilare su vari aspetti della qualit\u00e0 di vita. Questo permette, oltre che comprendere al meglio come, con quali e quante criticit\u00e0 la singola persona viva la situazione attuale, anche di mantenere sempre attivi protocolli di studio atti a comprendere quali siano i disturbi che affliggono maggiormente i pazienti ed indirizzare gli sforzi terapeutici in quegli specifici ambiti.<\/p>\n\n\n\n
Presso lo IOV \u00e8 attivo un ambulatorio della UOC Chirurgia oncologica delle vie digestive dedicato alla patologia esofagea ove si effettuano le prime visite e i controlli, garantendo la continuit\u00e0 assistenziale con un preciso programma di follow up oncologico e chirurgico. Il nutrizionista e lo psico-oncologo afferenti alla UOC sono sempre a disposizione qualora si manifestassero delle precise necessit\u00e0 in questo ambito.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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