{"id":7794,"date":"2016-11-09T10:52:13","date_gmt":"2016-11-09T09:52:13","guid":{"rendered":"https:\/\/www.ioveneto.it\/?post_type=pathology&p=7794"},"modified":"2023-12-11T09:54:22","modified_gmt":"2023-12-11T08:54:22","slug":"tumore-al-seno","status":"publish","type":"pathology","link":"https:\/\/www.ioveneto.it\/pathology\/tumore-al-seno\/","title":{"rendered":"Tumore al seno"},"content":{"rendered":"\n
Il tumore della mammella \u00e8 la neoplasia pi\u00f9 frequente tra le donne<\/strong>, rappresentando in Italia il 30% di tutte le nuove diagnosi di tumore. Tuttavia, l\u2019anticipazione della diagnosi e l\u2019introduzione di protocolli terapeutici chirurgici, radioterapici e farmacologici pi\u00f9 efficaci, hanno contribuito in maniera cumulativa al miglioramento della sopravvivenza<\/strong>, con livelli che si collocano intorno all\u201987% a 5 anni dalla diagnosi, al netto delle altre cause di morte.<\/p>\n\n\n\n Dal punto di vista assistenziale, l’approccio pi\u00f9 appropriato<\/strong> si \u00e8 dimostrato essere quello delle “Breast unit”, unit\u00e0 multidisciplinari specializzate nella prevenzione, diagnosi e trattamento medico e chirurgico della patologia senologica, che consentono una pianificazione ottimale delle opzioni terapeutiche disponibili, al fine di raggiungere i migliori risultati possibili.<\/p>\n\n\n\n La Breast unit dello IOV, in particolare, \u00e8 costituita da diverse equipe che includono le seguenti figure professionali: chirurgo senologo, radiologo, oncologo medico, radioterapista, anatomo-patologo, chirurgo plastico, specialista in medicina fisica e riabilitativa, fisioterapista, genetista, medico nucleare, case manager e psiconcologo. La Breast unit accompagna la paziente nel suo percorso di cura, sollevandola dalle difficolt\u00e0 di individuare i medici di riferimento e di programmare gli accessi ospedalieri per visite ed esami, minimizzando i tempi di attesa.<\/p>\n\n\n\n Si stima che in Italia nel 2019 siano stati diagnosticati circa 53.000 casi di carcinomi della mammella I tumori della mammella rappresentano la neoplasia pi\u00f9 frequentemente diagnosticata tra le donne in tutte le fasce di et\u00e0: 40% tra le donne di et\u00e0 inferiore a 49 anni; 35% tra i 50 e 69 anni, 22% dopo i 70 anni.<\/p>\n\n\n\n La curva di incidenza cresce fino ai 50-55 anni e poi rallenta con un plateau dopo la menopausa, per poi riprendere a salire dopo i 60 anni. Il rischio di sviluppare un tumore della mammella \u00e8 di 1 donna ogni 9, con differenze per fasce di et\u00e0: il rischio \u00e8 1\/40 nelle giovani, 1\/20 nelle adulte e 1\/25 nelle anziane. Le pi\u00f9 recenti stime indicano che in Italia vivono circa 800.000 donne che hanno avuto, nel corso della vita, una diagnosi di tumore della mammella.<\/p>\n\n\n\n Sebbene le cause del carcinoma mammario non siano ancora ben note, sono stati identificati vari fattori di rischio<\/strong> tra cui:<\/p>\n\n\n\n Come accennato in precedenza, vi \u00e8 una correlazione tra obesit\u00e0 e rischio di sviluppare una neoplasia mammaria. Si conferma, pertanto, l’importanza di adottare uno stile di vita sano, in particolare avere un\u2019alimentazione sana e corretta, secondo le regole della dieta mediterranea, mantenere sotto controllo il peso e praticare attivit\u00e0 sportiva con regolarit\u00e0.<\/p>\n\n\n\n La diagnosi precoce<\/strong> \u00e8 oggi sempre pi\u00f9 frequente grazie all’avvio di programmi di screening<\/a> nelle fasce di et\u00e0 raccomandate, cio\u00e8 nelle donne tra i 50 e i 75 anni. In caso di sospetto all’indagine mammografica, seguiranno ulteriori accertamenti diagnostici quali l\u2019ecografia mammaria<\/a> o, in casi selezionati, la risonanza magnetica mammaria<\/a>. La maggior parte delle neoplasie mammarie sono riscontrate in forme iniziali e sono del tutto asintomatiche.<\/p>\n\n\n\n In assenza di una diagnosi precoce il primo sintomo che la donna percepisce \u00e8 la presenza di un nodulo che, alla palpazione, presenta una consistenza diversa rispetto al tessuto mammario circostante, sano. Altri segni di sospetto sono la retrazione cutanea e del capezzolo, le secrezioni siero-ematiche dal capezzolo e la comparsa di cute a buccia d’arancia, l’aumento di volume della mammella, le ulcerazioni cutanee, la presenza di linfonodi ascellari o del collo ingranditi, duri e fissi.<\/p>\n\n\n\n Pi\u00f9 raramente la neoplasia mammaria, se non diagnosticata precocemente, si manifesta con i sintomi legati alle metastasi a distanza (dolore osseo, tosse, febbre, ittero, etc).<\/p>\n\n\n\n L\u2019esame clinico strumentale delle mammelle, che comprende visita senologica, mammografia<\/a> ed ecografia<\/a>, \u00e8 l’indagine principale nella diagnosi del tumore della mammella. In alcuni casi specifici, ad esempio in caso di mammelle molto dense o lesioni difficili da classificare, \u00e8 possibile ricorrere in seconda battuta alla risonanza magnetica<\/a>.<\/p>\n\n\n\n Se vengono riscontrate formazioni nodulari sospette si esegue, tramite ago-biopsia, un prelievo di tessuto per l’esame istologico al fine di porre una diagnosi corretta e, in caso di riscontro di neoplasia mammaria, valutare le sue caratteristiche biologiche per un’adeguata definizione del successivo percorso diagnostico-terapeutico.<\/p>\n\n\n\n La stadiazione consiste nel classificare le patologie tumorali in base a parametri che ne descrivono l’estensione. Il sistema pi\u00f9 utilizzato \u00e8 il TNM dove T descrive le dimensioni del tumore, N lo stato linfonodale e M la presenza di metastasi a distanza.<\/p>\n\n\n\n Nello specifico, il carcinoma mammario si distingue in forme non invasive, che non si estendono oltre la membrana basale dei dotti mammari, e in forme invasive, capaci di estendersi oltre i dotti e raggiungere le stazioni linfonodali o altre parti del corpo. Questi gli stadi di malattia:<\/p>\n\n\n\n Lo stadio del carcinoma mammario viene definito sulla base dell\u2019esame clinico strumentale delle mammelle, dell\u2019esame istologico e di una valutazione radiologica del torace e dell\u2019addome attraverso radiografia del torace ed ecografia dell\u2019addome, oppure tomografia assiale computerizzata (TAC) o PET\/TAC, cui si aggiunge la scintigrafia ossea in casi selezionati.<\/p>\n\n\n\n La prognosi e il trattamento sono determinati dallo stadio della neoplasia al momento della diagnosi, ma anche dal sottotipo istologico\/molecolare. Esistono, infatti, diversi tipi di carcinoma della mammella (istologicamente la forma pi\u00f9 frequente \u00e8 il carcinoma duttale infiltrante; altre forme sono il carcinoma lobulare, il tubulare, il mucinoso e altri pi\u00f9 rari) che differiscono per comportamento biologico e risposta alle terapie.<\/p>\n\n\n\n Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili includono la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, l\u2019ormonoterapia e le terapie biologiche, da sole o in combinazione. Nella scelta del tipo di trattamento incidono numerosi fattori: il sottotipo molecolare, lo stadio di malattia, la presenza di altre patologie associate, l\u2019et\u00e0 della paziente e, non ultimo, le preferenze della paziente in relazione ai possibili effetti collaterali dei farmaci utili, le sue esigenze lavorative e familiari, il suo desiderio di poter eventualmente avere dei figli dopo le cure. Alcune delle terapie sopracitate possono, infatti, indurre menopausa precoce; per tale motivo, alle pazienti in et\u00e0 fertile che manifestano il desiderio di avere in futuro una gravidanza, vengono proposte, qualora possibile, procedure finalizzate a preservare la fertilit\u00e0 e la funzione ovarica (come la crioconservazione degli ovociti prelevati prima dell\u2019inizio delle cure e il trattamento con analoghi del fattore LHRH).<\/p>\n\n\n\n La chirurgia nel tumore della mammella ha compiuto negli anni progressi notevolissimi, passando dai primi interventi mutilanti ai recenti interventi, detti \u201cconservativi\u201d, che mirano ad asportare solo la massa tumorale, preservando il pi\u00f9 possibile la ghiandola residua e il muscolo sottostante, con significativi vantaggi anche dal punto di vista estetico. Questa tecnica, chiamata quadrantectomia, \u00e8 seguita da un trattamento radioterapico per proteggere la restante ghiandola mammaria da future recidive di malattia o dall’insorgenza di una nuova neoplasia mammaria.<\/p>\n\n\n\n Allo IOV la scelta del tipo di chirurgia \u00e8 sempre il risultato di una discussione multidisciplinare al fine di garantire il miglior compromesso tra radicalit\u00e0 oncologica e qualit\u00e0 del risultato estetico. Durante l’intervento il chirurgo procede, inoltre, con l’asportazione di uno o pi\u00f9 linfonodi dell’ascella. Per sapere se questi sono coinvolti viene spesso utilizzata la tecnica del linfonodo sentinella<\/strong> che identifica il primo linfonodo che drena la linfa dall’area tumorale. Se il linfonodo sentinella contiene cellule tumorali l\u2019intervento pu\u00f2 essere completato con l\u2019asportazione di altri linfonodi ascellari.<\/p>\n\n\n\n Nelle pazienti affette da neoplasia mammaria la radioterapia viene utilizzata dopo la chirurgia per eliminare eventuali cellule tumorali residue e ridurre cos\u00ec il rischio di una recidiva loco-regionale o d’insorgenza di una nuova neoplasia mammaria. Si distingue in radioterapia a fasci esterni e IORT, cio\u00e8 radioterapia intraoperatoria, che si esegue in casi selezionati.<\/p>\n\n\n\n La radioterapia \u00e8 raccomandata in caso di chirurgia conservativa, ma anche in caso di mastectomia se il tumore supera i 5 centimetri di dimensione e quando le cellule tumorali sono presenti in molti linfonodi. L’irradiazione pu\u00f2, quindi, riguardare la mammella residua, la parete toracica e le stazioni linfonodali dell’ascella e del collo.<\/p>\n\n\n\n La chemioterapia consiste nella somministrazione, per via endovenosa o per via orale, di farmaci che attraverso la circolazione sanguigna possono raggiungere e distruggere le cellule tumorali. La finalit\u00e0 del trattamento varia in funzione dello stadio della malattia:<\/p>\n\n\n\n La terapia ormonale consiste nella somministrazione di farmaci che interferiscono con l\u2019attivit\u00e0 e la produzione degli ormoni femminili ritenuti responsabili della progressione del tumore mammario. L\u2019ormonoterapia \u00e8 efficace nelle pazienti con tumori ormono-sensibili, ovvero che esprimono i recettori per l\u2019estrogeno e\/o il progesterone sulla superficie delle cellule tumorali. I farmaci attualmente pi\u00f9 utilizzati sono il tamoxifene e gli inibitori dell\u2019aromatasi, eventualmente associati in premenopausa agli agenti LHRH analoghi, e il fulvestrant.<\/p>\n\n\n\n Negli ultimi anni sono stati sviluppati farmaci, chiamati anticorpi monoclonali, capaci di colpire solo le cellule tumorali<\/strong>, agendo su un bersaglio espresso selettivamente su di esse. Il Trastuzumab, utilizzato in combinazione con la chemioterapia nelle pazienti con neoplasia della mammella HER2 positiva, ha contributo a migliorare significativamente la prognosi e la sopravvivenza di queste pazienti \u00c8 un farmaco ben tollerato ma in rari casi pu\u00f2 causare un danno cardiaco, di solito di lieve entit\u00e0 e reversibile dopo la sospensione del trattamento. Durante il trattamento si effettua pertanto un monitoraggio periodico della funzionalit\u00e0 cardiaca. Gli inibitori delle chinasi ciclina dipendenti 4\/6 come Abemaciclib, Palbociclib e Ribociclib sono emersi di recente come nuova opzione terapeutica nelle pazienti con neoplasia della mammella in stadio IV a recettori ormonali positivi e HER2 negativo; si tratta di farmaci che hanno mostrato una notevole efficacia clinica e bassi profili di tossicit\u00e0 e che vengono utilizzati in associazione alla terapia ormonale. Un altro farmaco che viene combinato alla terapia ormonale per potenziarne l\u2019efficacia \u00e8 everolimus.<\/p>\n\n\n\n La terapia con gli inibitori degli enzimi poli (ADP-ribosio) polimerasi (PARP-1, PARP-2 e PARP-3) pu\u00f2 essere un\u2019opzione per pazienti con mutazione del gene BRCA1 o 2; in Italia al momento questi farmaci sono a disposizione all\u2019interno di programmi ad uso compassionevole.<\/p>\n\n\n\n Infine, un campo di notevole interesse e di rapidissimo sviluppo nella terapia del carcinoma mammario, soprattutto quello di tipo \u201ctriplo negativo\u201d, \u00e8 quello dell\u2019immunoterapia, attraverso anticorpi monoclonali (anti-PD1 e anti-PDL-1) che sono capaci di bloccare quei meccanismi molecolari attraverso cui il tumore resiste alla difesa del sistema immunitario.<\/p>\n\n\n\n Il follow up oncologico dopo trattamento ad intento curativo per carcinoma mammario \u00e8 finalizzato alla diagnosi precoce di ripresa della malattia, alla valutazione dell\u2019aderenza all’eventuale trattamento ormonale adiuvante, alla valutazione degli esiti e degli effetti collaterali dei farmaci. Le linee guida nazionali raccomandano periodiche visite ambulatoriali ed esecuzione dell\u2019esame clinico strumentale delle mammelle a cadenza annuale. L\u2019utilizzo dei marcatori e di altri esami stadiativi viene riservato ai casi ad elevato rischio di ricaduta. Durante il periodo di follow up specialistico (in genere fino a 5 anni dalla diagnosi o comunque fino al termine dell\u2019eventuale terapia ormonale) \u00e8 inoltre compito del medico promuovere uno stile di vita sano.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il tumore della mammella \u00e8 la neoplasia pi\u00f9 frequente tra le donne, rappresentando in Italia il 30% di tutte le nuove diagnosi di tumore. 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\n
Prevenzione<\/h2>\n\n\n\n
Non va dimenticata, infine, l’autopalpazione<\/a>.<\/p>\n\n\n\nSintomi<\/h2>\n\n\n\n
Diagnosi<\/h2>\n\n\n\n
Stadio di malattia<\/h3>\n\n\n\n
\n
Tipi di carcinoma mammario<\/h3>\n\n\n\n
\n
Cura<\/h2>\n\n\n\n
Chirurgia<\/h3>\n\n\n\n
Nel caso in cui il chirurgo debba eseguire un intervento di tipo demolitivo (mastectomia) \u00e8 possibile la contestuale ricostruzione chirurgica<\/strong> con il posizionamento di espansore\/protesi, evitando lo stress di un nuovo intervento e garantendo un miglior recupero.<\/p>\n\n\n\nRadioterapia<\/h3>\n\n\n\n
Chemioterapia<\/h3>\n\n\n\n
\n
Ormonoterapia<\/h3>\n\n\n\n
Terapie biologiche<\/h3>\n\n\n\n
Successivamente sono stati introdotti anche Lapatinib, Pertuzumab e TDM-1, Altri farmaci che hanno come bersaglio molecolare HER2.<\/p>\n\n\n\nFollow up<\/h2>\n\n\n\n