{"id":8652,"date":"2016-11-21T13:42:02","date_gmt":"2016-11-21T12:42:02","guid":{"rendered":"https:\/\/www.ioveneto.it\/?post_type=pathology&p=8652"},"modified":"2023-10-18T10:28:20","modified_gmt":"2023-10-18T08:28:20","slug":"tumore-della-vulva","status":"publish","type":"pathology","link":"https:\/\/www.ioveneto.it\/pathology\/tumore-della-vulva\/","title":{"rendered":"Tumore della vulva"},"content":{"rendered":"\n
Il carcinoma della vulva \u00e8 una neoplasia rara e rappresenta il 3-5% dei tumori del tratto genitale femminile. L\u2019incidenza annuale \u00e8 di 1-2 casi ogni 100.000 donne ed \u00e8 10 volte superiore nelle donne con pi\u00f9\u2019 di 75 anni di et\u00e0.<\/p>\n\n\n\n
I principali fattori di rischio<\/strong> per questa patologia sono l\u2019et\u00e0 avanzata, l\u2019infezione da Papillomavirus (HPV), il fumo di sigaretta, la presenza di condizioni infiammatorie croniche dell\u2019apparato genitale esterno femminile e le condizioni di immunodeficienza cronica.<\/p>\n\n\n\n La maggior parte delle lesioni pre-cancerose della vulva si associano alla presenza dei ceppi di virus HPV n. 16 e 18. Per questo motivo la vaccinazione per HPV, oggi l’arma migliore per la prevenzione<\/strong> del carcinoma della cervice uterina<\/a>, potr\u00e0 contribuire significativamente a ridurre l’incidenza anche del carcinoma della vulva. L\u2019istotipo pi\u00fa frequente \u00e8 il carcinoma squamocellulare, che rappresenta l\u2019 85-90% dei tumori maligni delle vulva.<\/p>\n\n\n\n La maggior parte dei casi di carcinoma della vulva \u00e8 diagnosticata in fase iniziale<\/strong>. La sede pi\u00f9 frequente \u00e8 a livello delle grandi labbra. I tumori HPV-correlati sono caratterizzati da lesioni multiple, di norma ulcerate, e talvolta da concomitanti neoplasie della cervice uterina. I tumori HPV-negativi si presentano prevalentemente come singole masse. Pur presentandosi generalmente in maniera asintomatica, in alcuni casi la donna pu\u00f2 lamentare prurito genitale, irritazione, dolore, sanguinamenti.<\/p>\n\n\n\n Una volta raggiunta la diagnosi istologica tramite biopsia \u00e8 necessario completare la stadiazione di malattia, valutando l\u2019estensione locale della malattia mediante visita ginecologica e colposcopia, quindi il coinvolgimento linfonodale locale e le possibili localizzazioni metastatiche della malattia con esami radiologici pi\u00f9 approfonditi, quali la risonanza magnetica nucleare (RMN)<\/a> e la tomografia assiale computerizzata (TAC)<\/a>.<\/p>\n\n\n\n Negli stadi iniziali il trattamento di scelta \u00e8 la chirurgia resettiva radicale<\/strong>. Essa prevede l\u2019asportazione completa della lesione con margini liberi da tumore all’esame istologico (almeno 1 cm) tramite vulvectomia parziale o totale. Per i tumori con dimensioni superiori ai 2 cm \u00e8 indicata anche la dissezione linfonodale inguinale mono o bilaterale.<\/p>\n\n\n\n Attualmente la tecnica della biopsia del linfonodo sentinella appare promettente nel ridurre possibili complicanze chirurgiche. I casi che, dopo l’intervento, presentano fattori di rischio quali interessamento degli spazi linfovascolari, resezione dei margini minore di 8 mm, profondit\u00e0 di invasione e positivit\u00e0 linfonodale, possono giovarsi di una radioterapia post-operatoria, eventualmente concomitante alla chemioterapia.<\/p>\n\n\n\n Le pazienti con stadio di malattia avanzata<\/strong> sono valutate nel contesto di team multidisciplinari per determinare la scelta ottimale e l\u2019ordine delle differenti modalit\u00e0 di trattamento. I casi giudicati non operabili perch\u00e9 diffusi localmente o metastatici vengono trattati con chemioterapia e\/o radioterapia.<\/p>\n\n\n\n In caso di recidiva<\/strong> di malattia, questa \u00e8 pi\u00f9 frequentemente locale a sede vulvare (in tale situazione la paziente pu\u00f2 essere valutata per radioterapia o per re-escissione chirurgica) o in sede linfonodale (la paziente pu\u00f2 essere valutata per chirurgia e successiva eventuale radioterapia o per un trattamento combinato radio-chemioterapico). In caso di recidiva a distanza in paziente con buon performance status<\/em> si pu\u00f2 attuare una chemioterapia, altrimenti la paziente verr\u00e0 inviata alla terapia palliativa.<\/p>\n\n\n\n Dopo il trattamento primario, la programmazione del follow up suggerita prevede una prima visita a circa 3 mesi. Se la paziente ha eseguito radio(+\/-chemio)terapia esclusiva, in occasione di tale visita si richieder\u00e0 anche un esame strumentale (TAC o PET\/TC) per documentare la completa remissione di malattia.<\/p>\n\n\n\n Successivamente per i primi due anni viene eseguita una valutazione clinica (visita ginecologica e generale) ogni 3-4 mesi. Il terzo e quarto anno, ogni 6 mesi. Il follow up strumentale (TAC, PET\/TC o RMN) viene effettuato solo sulla base di segni e sintomi che facciano sospettare una recidiva, cos\u00ec come gli esami di laboratorio.<\/p>\n\n\n\n In seguito, possono essere programmate ulteriori visite di follow up a pi\u00f9 lungo termine, specialmente in caso di malattia vulvare predisponente.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il carcinoma della vulva \u00e8 una neoplasia rara e rappresenta il 3-5% dei tumori del tratto genitale femminile. 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