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All’Istituto Oncologico Veneto l’“invasione gentile” dei sassi del sorriso
Comunicati stampa

All'Istituto Oncologico Veneto l'“invasione gentile” dei sassi del sorriso

Sassolini (Castelfranco)

Gioiellini artistici di autori anonimi, decorati con disegni e frasi di incoraggiamento, sono comparsi in sale d’attesa, corridoi, sedie, panchine, vicino a portoni e cancelli, in giardino, nei pressi dei parcheggi.
Il DG Benini: «Una volta c’erano i messaggi racchiusi in una bottiglia, affidati alle onde del mare. Oggi da noi non è inconsueto incappare in questi sassolini che sono contemporaneamente messaggi e messaggeri di speranza».

Colorati, simpatici, ottimisti. I primi sono timidamente “spuntati” in giardino, in mezzo all’erba vicino ai parcheggi, altri hanno fatto capolino nelle sale d’attesa ambulatoriali per poi farsi vedere nei pressi di porte, cancelli e aree di passaggio, altri ancora si sono materializzati su seggiole e panchine, non solo dell’Ospedale Busonera di Padova ma anche della sede IOV di Castelfranco Veneto. Sono i “sassolini del sorriso” che piano piano stanno “colonizzando” l’Istituto Oncologico Veneto, in una sorta di invasione gentile: pietre abbellite con decorazioni dalle mille sfumature e frasi di incoraggiamento, stille di gioia accese nel grigio della malattia. Gioiellini artistici di autori anonimi, pare prendano spunto dal gruppo social “Un sasso per un sorriso” (oltre 160mila followers), iniziativa nata per sollecitare, in pandemia e in malattia, a rimanere ottimisti nel quotidiano, partendo dal tonificante esercizio di alzare gli estremi della bocca all’insù, aprendo il volto corrucciato in un sorriso.

Gnomi, fiori, pesci, rane, angeli, quadrifogli, cuori vergati con matite, pennarelli, pennelli, parole di sostegno e conforto: i sassi del sorriso sono una boccata d’aria fresca, democraticamente messa a disposizione di tutti entro il perimetro ospedaliero, sinonimo della lotta alla patologia neoplastica. Spesso vengono trovati, ammirati e lasciati lì, per ingenerare sentimenti positivi nel prossimo passante, e diventare vettori di virale buona predisposizione d’animo. Guardati e non toccati: una regola naturalmente non c’è, se non l’intrinseca volontà di strappare più sorrisi possibile. I sassi rinvenuti all’Istituto Oncologico, dove e quando meno te lo aspetti, sovente vengono anche fotografati e postati sui social.

«La storia dei sassi dipinti è un mistero – osserva Enrica, paziente IOV – sembra che qualcuno li dipinga, scriva frasi del tipo: “questo sasso è per te” e li sparga per il parco. Io ne ho trovato uno nella piccola pensilina dove c’è il passaggio pedonale all’uscita dell’Ospedale Busonera, non l’ho preso perché mi piaceva l’idea che qualcuno sorridesse come ho sorriso io nel vederlo. Poco dopo però non c’era più».
«Una volta c’erano i messaggi racchiusi in una bottiglia, affidati alle onde del mare – commenta il Direttore Generale dello IOV-IRCCS Patrizia Benini – Oggi da noi non è inconsueto incappare in questi sassolini che sono contemporaneamente messaggi e messaggeri di speranza: in fondo, la pietra è sinonimo di origine, e ci ricorda senza sovrastrutture che a questo mondo ciascuno di noi è un sassolino chiamato a dare il meglio di sé, in termini di colore, luminosità, letizia, creando così dei circoli virtuosi di positività che non possono che far del bene. In salute, come in malattia».

Video-intervista al DG Patrizia Benini

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Ultimo aggiornamento: 28 Aprile 2025, 11:11

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