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GASTROENTEROLOGIA IOV: DRENAGGIO DELLA VIA BILIARE MEDIANTE ECOENDOSCOPIA

GASTROENTEROLOGIA IOV: DRENAGGIO DELLA VIA BILIARE MEDIANTE ECOENDOSCOPIA
Comunicati stampa, Prevenzione e cura

Importante novità nell’Unità operativa complessa di Gastroenterologia dello IOV-IRCCS, diretta dal Dott. Alberto Fantin, per offrire ai pazienti una migliore qualità di vita: una nuova metodica permette di effettuare il drenaggio della via biliare internamente attraverso l’intestino mediante ecoendoscopia. Il drenaggio biliare mediante ecoendoscopia è raccomandato da recenti linee guida internazionali e attualmente viene impiegato solo in pochi centri altamente specializzati in Italia, tra i quali lo IOV: richiede un breve ricovero ed evita al paziente la necessità di un drenaggio esterno.

«L’ecoendoscopia – spiega il Dott. Fantin – è una strumentazione che accoppia all’endoscopio la possibilità di effettuare ecografie interne all’apparato gastrointestinale studiando le strutture adiacenti. In pazienti affetti da neoplasia pancreatica la via biliare viene ostruita dal tumore stesso, determinando comparsa di ittero, ovvero aumento dei valori di bilirubina, e normalmente il drenaggio viene effettuato mediante ERCP (colangiopancreatografia endoscopica retrograda). Talvolta, tuttavia, il drenaggio non riesce per l’impossibilità di raggiungere la regione papillare dalla quale effettuare tale manovra, sempre a causa della neoplasia. In questi casi si è quindi costretti a ricorrere a metodiche alternative, quali ad esempio quella percutanea (PTBD) sotto guida radiologica, che però porta all’inserimento di drenaggio dall’esterno passando attraverso il fegato, con il risultato di un catetere esterno che va ad impattare sulla qualità di vita».

L’intera procedura viene eseguita utilizzando l’ecoendoscopio che consente di mettere in comunicazione la via biliare con il duodeno attraverso l’inserimento di uno speciale tipo di stent (denominato “LAMS” da Lumen Apposing Metal Stent) che va a formare un collegamento che consente alla bile di defluire direttamente nell’intestino. «Permettendo l’accesso diretto ai dotti biliari senza la necessità di raggiungere la papilla – prosegue il Dott. Fantin – la metodica è applicabile su pazienti con una papilla endoscopicamente inaccessibile a causa di un tumore, o dove l’anatomia risulti alterata a seguito di precedente intervento chirurgico. In entrambi i casi al paziente viene evitato l’impianto di un drenaggio dall’esterno con conseguente migliore qualità di vita. Per quanto riguarda i vantaggi, gli studi che hanno confrontato le due metodiche hanno evidenziato che, rispetto alla tecnica percutanea, quella ecoendoscopica comporta un minor tasso di effetti avversi e una minore necessità di intervenire nuovamente per malfunzionamento del drenaggio. I progressi nell’ambito dell’ecoendoscopia terapeutica si stanno evolvendo con rapidità grazie a innovazioni tecniche e alla sempre maggiore diffusione della metodica nei centri ad alta specializzazione, come è lo IOV. Ciò consente, anche sulla scorta di dati di alta qualità, di allargarne il campo di utilizzo, a beneficio di un numero sempre più ampio di pazienti».

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