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SAN VALENTINO, IL GRANDE ABBRACCIO DELLO IOV: 3.200 CUORI CHE “BATTONO” ALL’UNISONO CONTRO IL CANCRO

SAN VALENTINO, IL GRANDE ABBRACCIO DELLO IOV: 3.200 CUORI CHE “BATTONO” ALL’UNISONO CONTRO IL CANCRO
Istituzionali, Comunicati stampa

Sono quelli degli operatori sanitari e dei pazienti, dei ricercatori, degli accompagnatori, dei volontari, dei caregiver: ogni giorno 3.200 persone entrano nelle varie sedi della “cittadella oncologica” tra Padova, Castelfranco Veneto, Schiavonia: a ciascuno di loro, per San Valentino (e non solo), l’Istituto dedica un cuore. E lo appende in chirurgie e day-hospital, farmacia e radioterapia, rianimazioni, anatomia patologica, reparti, poliambulatori, nel Cup e in Hospice.
Il DG Benini: «Abbiamo colto l’occasione per esprimere quello che pensiamo da sempre: la consapevolezza, anche visiva, che la nostra sanità è fatta di persone».

Cuori che battono. Nei nostri operatori sanitari per la passione che mettono ogni giorno nel loro lavoro; nei nostri assistiti per la paura e nel contempo la fiducia, il timore e la speranza nell’affrontare la malattia; nei nostri ricercatori, consapevoli che la ricerca è il cuore del futuro; nei volontari, negli accompagnatori, nei caregiver che si prendono cura; in tutti coloro che gettano il cuore oltre l’ostacolo. In occasione del 14 febbraio, ricorrenza di San Valentino, l’Istituto Oncologico Veneto ha voluto, nella totalità delle sue sedi – Padova (ospedale Busonera, palazzina Radioterapia, Torre della Ricerca, Palazzo Santo Stefano), ospedale di Castelfranco Veneto, Radioterapia a Monselice (Schiavonia) – rendere omaggio a tutti i cuori che quotidianamente battono al suo interno.

E così sono stati appesi cuori colorati nelle chirurgie e nei day-hospital, nei punti prelievi e nell’area della farmacia, nella zona Cup, nella radiologia e nella radioterapia; e ancora nelle rianimazioni, in anatomia patologica, medicina nucleare, in endoscopia, nella week-surgery e nell’Hospice, nei poliambulatori, in sale d’attesa e corridoi. Un’invasione gentile ed affettuosa, che intende dare evidenza, naturalmente non solo a San Valentino, di quanto l’Istituto Oncologico sia fatto di persone,  in una quotidiana corrispondenza di cuori, tra curanti e curati. Per questo i cuori di cartoncino, rossi, rosa e blu (che riprendono il logo simbolo dello IOV) sono 3.200, a rappresentare gli accessi in un giorno medio nelle varie sedi della struttura: una cittadella abitata e animata da medici, ricercatori, infermieri, operatori sanitari, tecnici, amministrativi, borsisti, specializzandi, collaboratori, pazienti ricoverati e ambulatoriali, accompagnatori, caregiver, volontari. Una grandissima famiglia che abbraccia tutti, a qualsiasi ruolo appartengano e a qualsiasi titolo.

«La comune lotta al cancro li rende cuori che battono all’unisono – commenta il Direttore Generale dell’Istituto Oncologico Veneto, Patrizia Benini – Naturalmente il 14 febbraio è una data simbolica ma abbiamo colto l’occasione per esprimere quello che pensiamo da sempre: la consapevolezza, anche visiva, che la nostra sanità è fatta di persone, che da una parte offrono cura, ricerca, premure e che dall’altra le ricevono, in un circuito virtuoso alimentato da quell’essenza di sé che è il cuore. Cuore che nei nostri operatori è passione, empatia, umanità; nei nostri pazienti è coraggio, fervore, tenacia; nei nostri ricercatori è slancio, entusiasmo, voglia di anticipare il futuro; negli accompagnatori e caregiver è fiducia e sostegno; nei volontari è dono. Il linguaggio del cuore è universale, ha solo bisogno di sensibilità per essere parlato… E per essere compreso».  

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