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LA RICERCA, LA DIAGNOSI E LA CURA DEL CANCRO: L’ECCELLENZA DELL’ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO AD ASCO 2021, IL PIÙ PRESTIGIOSO SIMPOSIO MONDIALE SULLE ULTIME FRONTIERE NELLA LOTTA ALLE NEOPLASIE

LA RICERCA, LA DIAGNOSI E LA CURA DEL CANCRO: L’ECCELLENZA DELL’ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO AD ASCO 2021, IL PIÙ PRESTIGIOSO SIMPOSIO MONDIALE SULLE ULTIME FRONTIERE NELLA LOTTA ALLE NEOPLASIE
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La malattia oncologica rende i pazienti particolarmente vulnerabili, e questo anche nei confronti dell’infezione da SARS-CoV-2. Tra le varie ondate che hanno caratterizzato fin qui l’evoluzione della pandemia Covid-19, si è assistito ad una importante differenziazione: prima soggetti più fragili e sintomatici rispetto al Coronavirus, poi più forti e pauci/asintomatici. Questa evoluzione è dovuta innanzitutto alla massiccia campagna di protezione messa in atto con le stringenti misure di prevenzione del contagio, e poi alla campagna vaccinale regionale che ha subito riconosciuto i pazienti oncologici tra le categorie prioritarie. È quanto è emerso da uno studio promosso dalla Rete Oncologica Veneta (ROV), il cui coordinamento è presso lo IOV, e ora illustrato al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) – il più importante simposio mondiale dedicato all’oncologia, alla ricerca, alla cura e alla diagnosi del cancro – dalla Prof.ssa Valentina Guarneri (Oncologia 2) dell’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS, a nome dei centri di oncologia afferenti alla ROV. Come da tradizione, il convegno dell’ASCO, in corso da oggi fino all’8 giugno, vede la partecipazione di oltre 30.000 oncologi provenienti da tutto il mondo ma, per il secondo anno consecutivo, si svolge esclusivamente online per le restrizioni legate al Coronavirus.

«Sin dall’inizio della pandemia, la ROV ha attivato un registro – illustra la Prof.ssa Guarneri – dedicato ai pazienti oncologici con infezione da SARS-CoV-2, con l’obiettivo di raccogliere informazioni circa il decorso della malattia e il possibile impatto sui trattamenti. I dati relativi ai pazienti diagnosticati durante la prima ondata sono stati pubblicati su European Journal of Cancer lo scorso marzo, riportando un tasso di mortalità globale del 33% (17% correlata direttamente all’infezione), confermando la vulnerabilità di questa popolazione». Ad ASCO si va oltre perché vengono presentati in sessione Poster Discussion i dati relativi a circa 700 pazienti, di cui due terzi diagnosticati durante la seconda ondata pandemica. «Il confronto tra la prima e la seconda ondata ha messo in luce una differenza significativa nella tipologia dei soggetti, nella possibile fonte di contagio e nel decorso dell’infezione. Durante la prima ondata infatti – evidenzia la Prof.ssa Guarneri – i pazienti erano più fragili, più spesso sintomatici per Covid-19 e di conseguenza con maggiore necessità di ospedalizzazione, compreso il ricovero in terapia intensiva. In linea con la diversa circolazione del virus, durante la seconda ondata, anche grazie all’imponente campagna di protezione messa in atto in ambito ospedaliero, i pazienti si sono dimostrati meno fragili e più spesso pauci/asintomatici per Covid. La mortalità si è drasticamente ridotta, scendendo al 9%, quasi totalmente legata direttamente all’infezione da SARS-CoV-2. Questi dati hanno supportato la decisione di avviare in via prioritaria la vaccinazione per i pazienti oncologici».

Altra eccellenza: il gruppo Neuro-oncologico dello IOV è l’unico gruppo italiano a presentare due lavori di ricerca scientifica sui tumori cerebrali primitivi al congresso ASCO 2021, a conferma dell’importanza internazionale dell’Istituto Oncologico Veneto per la ricerca sui tumori cerebrali primitivi e la possibilità di offrire nuovi trattamenti.

Il primo lavoro è “The clinical significance of telomerase reverse transcriptase (TERT) promoter mutations, telomere length and O6-methylguanine DNA methyltransferase (MGMT) promoter methylation status in newly diagnosed and recurrent IDH-wildtype glioblastoma (GBM) patients (PTS): A large mono-institutional study”. Primo autore del lavoro è il Dott. Giuseppe Lombardi, coordinatore del team multidisciplinare di Padova sui tumori cerebrali. «Si tratta di un lavoro coordinato dallo IOV dove attraverso l’analisi di circa 300 casi di glioblastoma si è approfondito il meccanismo di interazione e il ruolo prognostico di tre importanti geni coinvolti nella crescita del glioblastoma, il tumore più aggressivo tra le neoplasie primitive del sistema nervoso centrale». Il lavoro, che consentirà di rendere più chiare le dinamiche molecolari alla base dello sviluppo del glioblastoma e una migliore pianificazione dei trattamenti oncologici, è stato possibile grazie all’importante interazione tra l’équipe neuro-oncologica dell’Oncologia 1, diretta dalla Dott.ssa Vittorina Zagonel, e il team del laboratorio IOV guidato dalla Prof.ssa Anita De Rossi, oltre alla collaborazione con l’Azienda Ospedale – Università di Padova.

Il secondo lavoro presentato all’ASCO 2021 ha come titolo “Regorafenib in recurrent glioblastoma patients: a large real-life experience”: è uno studio retrospettivo dove sono stati analizzati 54 pazienti con recidiva di glioblastoma trattati con il nuovo farmaco Regorafenib presso lo l’Oncologia 1 dello IOV. La ricerca ha confermato i buoni dati di efficacia e tollerabilità di Regorafenib già evidenziati nel precedente studio prospettico di fase 2 chiamato REGOMA.

Al più rilevante evento mondiale dedicato alle nuove frontiere terapeutiche della lotta alle neoplasie verranno inoltre presentati dalla Dott.ssa Gaia Griguolo (ricercatrice dell’Oncologia 2) i risultati di uno studio sulle metastasi cerebrali da carcinoma mammario. Purtroppo, il carcinoma della mammella è una delle neoplasie che più frequentemente può metastatizzare a livello del cervello, una sede difficile da colpire con i farmaci attualmente a disposizione e gravata da elevati tassi di mortalità. Questa ricerca – finanziata da un Young Investigator Award conferito dalla Conquer Cancer Foundation di ASCO alla Dott.ssa Griguolo, realizzata sotto la guida del Prof. Pierfranco Conte e della Prof.ssa Valentina Guarneri (Oncologia 2) in collaborazione con il Prof. Antonio Rosato (Immunologia) – è andata ad indagare quale sia il ruolo del sistema immunitario nel contrastare o favorire le metastasi cerebrali da neoplasia della mammella. «In particolare, abbiamo identificato – sottolinea la Dott.ssa Griguolo – come la presenza di numerosi macrofagi M2 all’interno delle metastasi cerebrali da carcinoma mammario identifica pazienti con una malattia più aggressiva ed una peggior prognosi. Queste cellule infatti agiscono da alleate delle cellule tumorali inibendo la risposta immunitaria e potrebbero quindi essere il bersaglio di futuri nuovi farmaci immunoterapici».

«Pur essendo in modalità virtuale, ASCO si conferma essere il maggior confronto mondiale sull’oncologia ed il fatto – tira le somme il Prof. Pierfranco Conte, direttore scientifico f.f. dello IOV-IRCCS – che l’Istituto Oncologico Veneto sia in grado, entro questo prestigioso simposio, di presentare dati originali, evidenzia ancora una volta il ruolo e l’efficacia della ricerca italiana in generale in tale scenario, e della ricerca portata avanti dallo IOV in particolare».

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