Il carcinoma della tiroide è una neoplasia rara in quanto costituisce il 2% di tutti i tumori. Può presentarsi a tutte le età, con massima incidenza tra i 25 e i 60 anni e con una maggiore prevalenza nel sesso femminile. Nei bambini tali neoplasie sono invece molto rare. La sopravvivenza è molto elevata e, nelle forme differenziate, supera il 90% a 5 anni.
Il carcinoma tiroideo origina nella maggior parte dei casi dalle cellule follicolari, che insieme alle cellule C o parafollicolari compongono il tessuto tiroideo.
A seconda della loro origine i tumori della tiroide si distinguono in:
I carcinomi papillari, follicolari e midollari sono classificati tra i carcinomi differenziati della tiroide; il carcinoma anaplastico tra i carcinomi indifferenziati.
L'esposizione alle radiazioni rappresenta il principale fattore di rischio accertato per il carcinoma differenziato della tiroide. Il tumore della tiroide è infatti più comune in persone sottoposte a radioterapia sul collo per altre neoplasie o esposte a materiale radioattivo (come avviene nelle esplosioni delle centrali nucleari, come a Cernobyl o Fukushima).
Il tumore della tiroide può manifestarsi come nodulo tiroideo, riscontrato alla palpazione o all'osservazione, talvolta associato alla presenza di linfonodi ingranditi al collo. Meno del 5% di tutti i noduli della tiroide sono però forme tumorali maligne.
In presenza di noduli tiroidei, possono essere effettuati approfondimenti diagnostici, in particolare:
La chirurgia rappresenta la prima opzione terapeutica in caso di carcinoma della tiroide. La scelta fra lobectomia (asportazione di metà tiroide) e tiroidectomia (asportazione totale) dipende solitamente dalle dimensioni e dal numero dei noduli presenti nella tiroide e dall'esito delle analisi citologiche e di biologia molecolare.
L'asportazione dei linfonodi del compartimento centrale è sempre eseguita in presenza di carcinoma midollare, mentre in presenza di un carcinoma follicolare o papillare è eseguita in presenza di linfonodi sospetti per metastasi o di dimensioni aumentate.
Dopo l’intervento di tiroidectomia per carcinoma papillare o follicolare della tiroide il paziente viene valutato per eventuale terapia radiometabolica con iodio 131. Scopo di questo trattamento è distruggere il tessuto tiroideo normale che quasi sempre residua anche dopo una tiroidectomia totale ed eliminare eventuali microfocolai neoplastici presenti all’interno dei residui tiroidei o in altre sedi. Un secondo obiettivo di questa terapia è rendere più efficace il follow-up mediante il dosaggio della tireoglobulina sierica.
La terapia radiometabolica viene eseguita in regime di “ricovero protetto”, in particolari stanze dedicate.
La radioterapia esterna, la chemioterapia e i farmaci inibitori delle Tirosin-Chinasi sono invece indicate solo nel caso di tumori altamente aggressivi, in progressione e/o inoperabili o in quelli caratterizzati da de-differenziazione.
PEC protocollo.iov@pecveneto.it